GIUSEPPE ANTONIO FAZIOLI

Sacerdote - Filantropo

 

Conferenza tenuta dal maestro PARDO DI IORIO

il 7 dicembre 1997 presso il Centro Diurno Anziani

di Frosolone

 

Brevi cenni storici su Frosolone

Frosolone, tra tutte le altre località del Molise, ha sempre avuto nel corso dei secoli una caratterizzazione tutta particolare. Mentre le condizioni socio-economiche degli altri Comuni erano basate esclusivamente sull'agricoltura, in Frosolone all'agricoltura si univa l'allevamento del bestiame, fino a rappresentare una vera e propria industria. Nel 1600 - 1700 c'era un patrimonio formato da decine di migliaia di capi ovini e bovini. Ancora oggi questo e' un patrimonio abbastanza consistente.

Un'altra caratteristica particolare e' stata da sempre, e lo e' tuttora, l'artigianato per la lavorazione delle forbici e dei coltelli, come pure quello per la lavorazione di oggetti casalinghi in rame.

Le botteghe artigiane hanno sempre goduto di una conduzione familiare. Ogni membro della famiglia artigiana svolgeva un suo proprio compito, dal fanciullo all'adulto, e spesso anche dalla mamma alla figlia.

L'artigianato delle forbici e dei coltelli (un tempo anche delle falci) ha origini antichissime. Già' nel Medioevo Frosolone era famosa per questo tipo di attivita'. L'artigianato del rame era meno diffuso, ma ugualmente molto importante dato che una volta tutti gli attrezzi necessari in cucina e nella lavorazione del latte erano di rame, tutti finemente martellati a mano.

Mentre oggi esistono solo pochi artigiani del rame, per la lavorazione di coltelli e forbici invece non ci sono piu' le duecento botteghe di una volta, ma una decina circa di piccole fabbriche. Esse sono attrezzate con vari macchinari per lavorare l'acciaio e gli altri componenti dei manufatti, tutti una volta prodotti esclusivamente a mano.

Un'altra caratteristica tutta frosolonese e' stata anche l'imprenditorialità', che raggiunse il suo massimo splendore quando, nella seconda meta' del secolo scorso, sorse uno stabilimento multifunzionale ad opera di due frosolonesi fortemente intraprendenti: Rocco Fazioli e Raffaele Scacciavillani, che ne ebbero l'idea.

In quella fabbrica si lavorava la lana, materia prima ottenuta dalle numerosissime pecore del posto. Si macinava il grano per il pane e si produceva la semola per farne la pasta alimentare: quindi lanificio, mulino e pastificio.

La società così costituita fu denominata con un nome che era tutto un programma: "L'INIZIATIVA".

Il funzionamento dello stabilimento avveniva mediante lo sfruttamento dell'acqua della "grotta", incanalata e portata ad azionare una turbina idraulica che, a sua volta, metteva in movimento le varie macchine tramite un complesso sistema di cinghie.

Quando però il Fazioli e lo Scacciavillani si resero conto che le macchine potevano funzionare simultaneamente a mezzo della corrente elettrica, costruirono una centrale idroelettrica sul fiume Trigno, a Chiauci, e portarono la corrente a Frosolone per azionare il loro complesso e per l'illuminazione pubblica. Tutto ciò avvenne nel 1896-1897. Frosolone perciò fu il secondo paese del Molise ad avere l'illuminazione pubblica elettrica, subito dopo Isernia ma prima di Campobasso.

Oggi di quel complesso funziona solo il mulino che e' stato ristrutturato da palmenti a cilindri, con macchinari moderni.

Una cosa e' da far rilevare ai fini di valutare pienamente l'importanza dell'Iniziativa ed i benefici che essa apporto' ai cittadini di Frosolone. Verso i primi del 1900 Frosolone ebbe un forte flusso migratorio verso il Nord America. Molti dei nostri emigrati andarono a finire in localita' ancora prive

di illuminazione elettrica, come nello Stato dell'Ohio, nel West Virginia, ecc.

Si racconta che molti di essi al primo impatto, meravigliati e delusi, se ne uscissero con l'efficace espressione: "forse, a venire qui, abbiamo scambiato gli occhi per la coda".

L'imprenditorialita' continua ancora oggi nella nostra comunità con una fabbrica di acque gassate e di bibite dei Fratelli Di Iorio che copre i mercati interni ed esteri (vedere in questo sito il capitolo ad essa dedicato), con una fabbrica di elementi prefabbricati in cemento armato, con alcuni panifici industriali, con una fabbrica di sofisticate apparecchiature elettroniche e col campo eolico sperimentale che l'Enel ha realizzato sulla nostra montagna a quota 1300 metri sul livello del mare.

Ma il fiore all'occhiello che ha da sempre reso famosa Frosolone sia nel Molise che fuori regione e' stata la Scuola, come istituzione funzionante a pieno regime sin dalla meta' del 1700 e precisamente dal 1751, quando morì Giuseppe Antonio Fazioli lasciando tutte le sue copiose sostanze per la creazione della "Scuola e per altri benefici".

 

GIUSEPPE ANTONIO FAZIOLI E LA STORIA DELLA SCUOLA DI FROSOLONE

Giuseppe Antonio Fazioli nacque a Frosolone il 26 giugno 1692, figlio di Donato Fazioli e di Giovanna Petrone da Montagano.

Egli e' un personaggio straordinario, certamente tra i piu' grandi di tutti i tempi della nostra comunita'.

I frosolonesi ne hanno la consapevolezza e la memoria storica. Infatti due sono le testimonianze del loro ricordo: l'intolazione di una strada, tra le piu' antiche del paese, e la grande lapide posta sul portone dell'imponente edificio dove e' sistemata attualmente la Scuola con la seguente scritta:

A

GIUSEPPE ANTONIO FAZIOLI

FROSOLONE

MEMORE - GRATA

POSE

M C M I

Egli divenne sacerdote e svolse il suo ministero sacerdotale nella Chiesa di San Michele Arcangelo, la più antica del paese, risalente all'epoca longobarda. Come sacerdote fu portatore della luce della parola di Dio, testimone di carità e di amore verso il prossimo, e sensibile ai problemi del popolo. Noi frosolonesi ricordiamo il Fazioli non solo come sacerdote ma sopratutto come filantropo.

 

Filantropo e' una persona dotata di grande cultura, un altruista, uno che sente un forte vincolo naturale di solidarieta' tra gli uomini, uno che mette in pratica tale solidarietà. Tutto questo egli fece, investendo nell'istruzione del popolo per renderlo libero. Egli sapeva, sentiva che cultura e' sinonimo di libertà. Nella storia del pensiero umano il filantropo ha sempre goduto un posto di grande riguardo. I filosofi greci, Aristotele in particolare, fecero rientrare la filantropia nella sfera della giustizia, elevandola ad espressione massima dell'amicizia.

Gli stoici ne fecero il fondamento della morale.

Il Cristianesimo la sublimò nell'amore del prossimo, partecipe della stessa natura dell'amore di Dio.

Gli illuministi la considerarono l'attuazione pratica dell'uguaglianza tra gli uomini.

Con tali sentimenti il Fazioli è visto, in tutta la sua grandezza spirituale, come persona colta ed amante del prossimo, ottimo sacerdote ingigantito dalla sua filantropia.

Giuseppe Antonio Fazioli morì il 5 novembre 1751, lasciando un testamento che e' il compendio di tutta la sua vita di sacerdote - filantropo. Con quel testamento ebbe origine la Scuola Secondaria di Frosolone come istituzione scolastica, giunta ai nostri giorni perché tra l'altro vi scrisse:

Istruire i figliuoli e gioventù, gratis, così nelle lettere che nel santo timore di Dio, tanto della Terra di Frosolone quanto delle viciniori. In tali semplici espressioni e' contenuto tutto un programma educativo, complesso e di alto respiro.

Il Fazioli, infatti, volle far risaltare che egli credeva in una educazione completa sia come componente istruttiva che morale (Istruttiva: la lingua italiana, il latino, il greco, la storia, la filosofia, la geografia, la matematica, le scienze. Morale: la religione - il santo timor di Dio come formazione morale per eccellenza); cioè in definitiva la scuola intesa come fucina di uomini liberi.

La scuola però deve essere aperta a tutti gli strati sociali, e perciò gratuita perché i benefici possano ricadere su tutta la popolazione. Egli non limita i benefici della scuola soltanto alla popolazione di Frosolone, ma li allarga anche alla popolazione delle terre viciniori.

Siamo alla metà del 1700; un tale programma, insolito per quei tempi, aveva tutto il contenuto di un programma attuale, moderno e perciò può essere preso ad esempio da meditare ed approfondire.

In ciò consiste la grandezza del pensiero del Fazioli, che così si manifesta uomo di grande profondità culturale, vero sacerdote e filantropo.

Il Fazioli aveva ben capito come fosse importante investire nell'istruzione. Perciò lasciò tutte le sue sostanze per istruire il suo popolo.

Gli ebrei in particolare, nel corso della storia, hanno sempre investito, più degli altri popoli, nell'istruzione. Indubbiamente erano a ciò costretti dalla diaspora. Essi, che per duemila anni non hanno mai avuto una terra loro su cui fermarsi, hanno capito che il sapere costituisce un capitale che non può essere sequestrato da alcun potere esteriore od arbitrario. Invece tale capacità può

essere messa a frutto in qualunque parte del mondo ci si trovi. Non a caso gli ebrei sono ai primi posti nella classifica dei premi Nobel, nelle Università e nei campi della medicina, dell'economia, delle scienze, delle arti liberali, della musica, ecc.

L'istruzione e' anche investimento nella libertà. La persona istruita e' libera nel pensiero e non si lascia facilmente influenzare da chicchessia, quando deve fare una scelta oppure quando deve esprimere il proprio voto politico. L'eredita' del Fazioli Giuseppe Antonio Fazioli apparteneva ad una famiglia che godeva di notevole sostanza patrimoniale.

Per dare un'idea di quanto consistente fosse la sua eredità, esploriamo qualche frase del suo testamento.

La' dove parla di stabili (fabbricati), si riferisce non solo alla sua grande casa di abitazione ed altre case in Frosolone, ma anche ad immobili a Napoli ed altrove. Per quanto riguarda gli animali, risulta da ricerche fatte presso l'Archivio di Stato di Foggia (gli animali in periodo invernale facevano la transumanza in Puglia) che la famiglia Fazioli nel 1700 avesse un patrimonio di bestiame di oltre 10.000 capi tra ovini e bovini. Ciò rappresentava la quarta parte di tutto il patrimonio zootecnico dell'intero paese!

Il 29 ottobre 1752, una volta avvenuta la dichiarazione dell'esecutore testamentario dott. Bonifacio De Santis davanti al notaio Domenicantonio Mezzanotte, venne aperta la Scuola che si stabilì nella casa stessa del Fazioli, secondo quanto egli aveva stabilito nel testamento. Nel frattempo era stata completata la Chiesa del SS. Sacramento che il Fazioli aveva cominciato a costruire e portato quasi ad ultimazione.

Senonchè il 21 luglio 1753, sotto il Regno di Carlo III di Borbone, Re delle Due Sicilie, il Marchese Braccone, governatore di Frosolone, emanò un Real Dispaccio che modificava, tra l'altro e sostanzialmente, in due punti importanti le disposizioni testamentarie del Fazioli.

Primo Punto: Il Fazioli aveva nominato suo esecutore testamentario ed amministratore dei suoi beni il dott. Bonifacio De Santis. In seguito avrebbero dovuto continuare i suoi parenti. Il Real Dispaccio, invece, dispose "che l'amministrazione dei beni del Fazioli far si debba comunemente, e non divisi, dal Sindaco di Frosolone, dall'Ordinario del luogo, e da altri due suoi cittadini probi da eleggersi in pubblico parlamento, con l'obbligo di render conto e tenere del concordato."

Secondo punto: "che il sopravanzamento del frutto dei beni ereditari del Fazioli in ogni anno dal Vescovo, dal Sindaco di costi' e deputati dar debbasi ai poveri e parenti, ancorche' in grado remoto, del Fazioli quando siano bisognosi, e parimenti con l'obbligo di render conto ogni anno.", mentre il Fazioli aveva stabilito nel testamento che il superfluo dell'amministrazione annuale fosse capitalizzato in acquisti di beni immobili.

Il Re Carlo III di Borbone e' passato alla storia come un despota illuminato;

egli si avvalse della collaborazione di un funzionario davvero bravo ed equilibrato, nella persona di Ferdinando Tanucci. Attraverso il contenuto di tale Real Dispaccio si vede chiaramente a quali principi si riferivano gli autori di quegli atti. Si era alla metà del 1700, e si stabiliva così che l'amministrazione di beni che portavano tanti benefici al popolo non dovessero essere affidati ad una sola persona.

E' una visione autenticamente democratica del problema della pubblica amministrazione. In tal modo, col secondo punto, il Re dispose la creazione di un istituto che assunse il nome di "Congrega di Carità, col compito di aiutare i poveri di Frosolone, compresi i parenti poveri e bisognosi del Fazioli. A questo punto e' bene ricordare che l'istituzione dell'E.C.A. (Ente Comunale di Assistenza) in ogni comune e' una disposizione avvenuta soltanto in epoca molto recente.

Perciò sin dalla metà del 1700 la Scuola andò avanti a Frosolone, producendo i suoi benefici effetti non solo nella nostra comunità, ma anche in quelle dei paesi vicini. I nostri giovani hanno avuto tutte le opportunità per qualificarsi ed andare avanti negli studi, proseguendo spesso anche presso le Università. I sacerdoti chiamati a questo compito furono i Padri Mannarini di Lucera, che alloggiavano nella casa del Fazioli assieme ai giovani dei paesi vicini che frequentavano la Scuola assieme a quelli della nostra comunità.

Frosolone, per la presenza della Scuola da 250 anni, e' una comunità dotata di una cultura comunitaria molto forte, dato che ad essa potevano accedere tutti, sia ricchi che poveri, gratuitamente. Per questa ragione il nostro paese, fra tutte le localita' del Molise, e' quello che in tutte le epoche ha sempre avuto, rispetto agli altri, una folta schiera di professionisti. Molti di essi,qualificati in campi anche disparati, ne hanno tenuto alto il prestigio.

Per chiarire con qualche esempio concreto tale affermazione, bisogna ricordare due personaggi davvero illustri della nostra comunità: il primo, Don Luigi dei Baroni D'Alena, nobile e ricco - il secondo,Domenico Mattarocci, figlio di contadini. Entrambi, in epoche diverse, furono alunni della Scuola Fazioli.

Tutti e due percorsero brillantemente la carriera della magistratura ed arrivarono al grado di Presidente della Corte di Cassazione.

Terremoti

La notte del 26 luglio 1805 avvenne un forte, molto catastrofico terremoto.

Secondo Pietro Galletta, nella sua Storia del Reame di Napoli, a Frosolone ci furono oltre seicento morti. Tutta la zona storica del paese rimase fortemente danneggiata, con moltissime abitazioni crollate o inagibili. Anche la casa Fazioli, dove era la Scuola, fu molto danneggiata, al punto di essere inagibile.

La Chiesa del SS. Sacramento adiacente crollò del tutto.

Frosolone e' situata in una zona ad alto rischio sismico. Si può dire che nel corso dei secoli il suo sviluppo organistico ha sempre dovuto fare i conti col terremoto.

A tale proposito e' bene riportare brani di una pagina scritta dal giornalista Marcello Salvatori, in un servizio del 1958 intitolato: "Frosolone - Origini e Vicende del suo Abitato".

Nel Medio Evo Frosolone si presentava, dal punto di vista urbanistico, in una situazione analoga a quella di alcune citta' greche antiche, formate da piccoli nuclei abitati sparsi, ma idealmente uniti attorno ad un centro religioso. Ma di tutte queste costruzioni, certamente nobili per storia ed anche per pregi artistici, ora non rimane alcunché nella loro forma originaria.

La causa principale di queste distruzioni fu certamente l'ininterrotta serie di terremoti che, con ritmo di uno ogni secolo circa, devastò la regione.. Già dall'alto Medioevo si hanno notizie storiche abbastanza precise: i terremoti più gravi avvennero nell'847, 988, 1125, 1293, 1349 cui seguì uno, sembra più disastroso di tutti i precedenti, nella notte del 5 dicembre 1456 col seguito di un'altra violenta scossa il 30 dello stesso mese. Frosolone ebbe 370 morti, mentre i due centri vicini di Macchiagodena e Boiano furono completamenti rasi al suolo, anzi quest'ultima fu addirittura sommersa dall'acqua di sorgenti occasionali.

Vari decenni dopo tale terremoto il titolo di parrocchia principale, che apparteneva alla distrutta Chiesa di San Martino, sul collo omonimo, venne trasferita alla Chiesa di S. Maria Maggiore.

Nel 1805, a causa di quel catastrofico evento, si dovette procedere a sistemare la Scuola in un altro edificio. La sistemazione fu trovata portandola nei locali del Monastero dei Cappuccini, il complesso di S. Maria delle Grazie sorto nel 1523. I locali erano da poco rimasti vacanti perchè coloro che l'abitavano, specialmente giovani postulanti, erano stati "precettati" e costretti ad arruolarsi nell'esercito napoleonico per combattere contro i Prussiani, gli Austriaci e gli Inglesi. Molti di tali giovani, poi, dovettero seguire Napoleone anche nella catastrofica campagna di Russia.

L'autorizzazione venne data dal nuovo Re di Napoli, Giuseppe Napoleone, che aveva rimpiazzato Ferdinando I, il Re Borbone. Si riteneva che quella fosse una sistemazione provvisoria, ma nel 1812 con Reale Dispaccio del 18 giugno fu concesso tutto il complesso, in via definitiva, al Comune di Frosolone per uso scolastico. Il nuovo Re di Napoli era Gioacchino Murat, cognato di Napoleone.

Egli aveva sposato la bella Carolina che sembra abbia fatto un grazioso intervento presso il Re consorte per tale importante concessione.

Nel chiostro della Chiesa dei Cappuccini e' sistemata sotto un arco, in una lunetta, una lapide ricuperata dalle macerie della Chiesa del SS. Sacramento, per ricordare la continuità della chiesa e della Scuola.

La traduzione dal latino dice tra l'altro:

Questo tempio, eretto dal Rev. Giuseppe Antonio Fazioli ed a Dio dedicato, Mons. Giuseppe Pitocco, Vescovo di Trivento, consacrò a Dio Onnipotente e Massimo il 3 maggio 1758.

 

Assalto al Patrimonio

Procediamo nella storia ed arriviamo così alle fasi che ci portano all'Unita' d'Italia.

Il 17 febbraio 1861 venne emanato un Decreto Luogotenenziale, che aboli' le Case degli Ordini Monastici. La Cassa Ecclesiastica, che venne istituita col decreto suddetto, erroneamente confiscò anche i beni del Fazioli, ritenendo che le proprietà della Casa Fazioli appartenessero ai Padri Mannarini. Essi invece erano stati solo chiamati ad insegnare nella Scuola ed a vivere nel suo complesso.

A prova di ciò andiamo a leggere quanto il Fazioli diceva, a questo proposito, nel suo testamento:

Che tutti detti sacerdoti debbano abitare e convivere nella Casa, senza poter prendere forma alcuna di Istituto Regolare, ma vivere sotto l'ubbidienza del Vescovo del luogo.

A questo punto cominciò una impegnativa attività, da parte degli Amministratori del Municipio di Frosolone, intesa a rientrare in possesso dei beni erroneamente confiscati.

Gli Amministratori, consapevoli dei loro diritti, fecero prima atti deliberativi di Giunta e di Consiglio, eseguiti anche in conformità ad una dotta e lucida memoria fatta a tal proposito, contro il sequestro dei beni del Fazioli, dal notaio Egidio Vago. Egli era un Amministratore del Municipio. In seguito essi chiamarono in causa la Cassa Ecclesiastica.

Ma la giustizia in Italia, anche a quei tempi, andava avanti con tempi lentissimi. Finalmente il 13 agosto 1870 "la III sezione del Tribunale Civile di Napoli condannò l'Intendenza di Finanza e l'Amministratore del Fondo Occulto (!), che nel frattempo erano subentrate alla Cassa Ecclesiastica, a rilasciare al Comune di Frosolone, a termini di legge, gli immobili e redditi rispettivamente posseduti e specificati nell'elenco notificato dall'attore con la comparsa del 23 novembre 1868 e successive, ed in caso di alienazione il prezzo rispettivamente riscosso."

Intimata tale sentenza dal Comune di Frosolone alla controparte, con ogni protesta e riserva, ne seguì appello dall'una e dall'altra parte.

Trascorsero ancora tre anni con la controversia pendente presso la Corte d'Appello di Napoli. Finalmente il 15 luglio 1873 gli avvocati delle due parti raggiunsero un accordo e così venne stipulato, davanti al notaio Francesco Saverio Maiello di Napoli un "Istrumento di transazione" tra l'Intendente di Finanza di Napoli, Comm. Francesco Taranto ed il Sindaco di Frosolone, Cav. Pompeo d'Alena.

Con quell'atto notarile ebbe fine una lunga ed estenuante controversia, che vide il Comune di Frosolone vincente e nel pieno diritto di possesso dei beni dell'eredità Fazioli.

 

Rilancio della Scuola

Dopo questa grande e sofferta vittoria la Scuola assunse una dimensione davvero straordinaria tra gli Amministratori del Comune e la popolazione del paese.

Infatti in quel periodo e fino alla fine del 1800 venne messo a fuoco tutto il programma per il rilancio sostanziale della Scuola stessa, programma che venne puntualmente realizzato.

Innanzi tutto l'insegnamento venne affidato a personale laico di provata esperienza e capacita' didattica e professionale. Si diede anche inizio ai lavori di costruzione di un edificio scolastico che potesse contenere, oltre alla Scuola, un Convitto Comunale, capace di ospitare i giovani studenti

provenienti dalle varie località della regione. Così il 24 maggio 1885 il Re d'Italia Umberto I approvò lo statuto organico dell'Istituto Giuseppe Antonio Fazioli di Frosolone.

L'edificio venne terminato alla fine del secolo ed e' quello nel quale sono attualmente collocati sia la Scuola Media che il Ginnasio-Liceo, con tutte le ulteriori modificazioni subite nel corso di questo secolo.

Ma la parte più ambiziosa del programma arrivò a compimento nel 1901, quando la Scuola diventò Statale ("con spese a carico dell'erario"). Sembra che un sostanziale aiuto alla soluzione del problema sia arrivato dal Sen. Antonio Cardarelli, illustre clinico di fama mondiale, nato a Civitanova del Sannio e professore presso l'Universita' di Napoli.

Quindi con la legge N. 532 del 26 dicembre 1901 ebbe inizio un nuovo cammino della Scuola di Frosolone. Venne stipulata tra il Comune di Frosolone ed il Ministero della Pubblica Istruzione una convenzione con la quale il Comune cedeva allo Stato l'edificio della Scuola ed altri beni dell'eredita' Fazioli, mentre lo Stato si impegnava ad aprire e gestire una Scuola Statale, a tutti gli effetti istituzionali, che partì come Ginnasio isolato e con personale di ruolo.

Nel 1901 Frosolone e Campobasso erano le sole sedi del Molise ad avere una Scuola Statale Secondaria.

E' motivo di orgoglio perciò ricordare la superiore tradizione scolastica secolare di cui Frosolone godeva, rispetto agli altri centri della regione.

Dovuta all'esistenza della Scuola, la formazione di tanti studenti locali e dei paesi vicini è stata resa possibile.

Si noti che Isernia ha avuto il Liceo-Ginnasio solo nel 1925; Boiano l'Istituto Magistrale solo nel 1938; Venafro, Termoli, Larino, Agnone e Trivento solo dopo il 1950.

Arriviamo così al 1929, anno di grave crisi economica a livello mondiale, che in Italia si manifestò a livello ancora più grave. Le famiglie si trovarono a dover fronteggiare immense difficoltà economiche. Perciò le iscrizioni alla Scuola si ridussero fortemente, specialmente nelle località esterne. Allora il Ministro della Pubblica Istruzione con atto unilaterale ed arbitrario, giustificato solo dalle ragioni economiche e convenientemente dimenticando la convenzione stipulata col Comune nel 1901, decise di chiudere la Scuola.

Gli Amministratori comunali del tempo furono costretti a chiamare in causa il Ministero per obbligarlo ad attenersi ai patti stipulati a suo tempo con la convenzione sopra descritta.

Il Comune ne ebbe ragione e così la Scuola fu riaperta per l'anno scolastico 1932/33, continuando il suo cammino come Ginnasio Isolato anche durante la seconda guerra mondiale e dopo, con numero sempre crescente di alunni.

Negli anni 1950/51 fu necessario prima costruire un'estensione dell'edificio esistente e, dopo, la sopraelevazione di un piano di tutto lo stabile.

Subito dopo, con molta sensibilità sia da parte dell'Amministrazione comunale che da parte di tutta la cittadinanza, si cominciò a porre il problema del completamento del Ginnasio con le classi del Liceo. Tale problema si risolse prima con il funzionamento di un liceo privato, che andò avanti solo per qualche anno, poi con il funzionamento del Liceo come sezione staccata statale del Liceo "M. Pagano" di Campobasso.

Però rimaneva sempre molto forte l'aspirazione di avere l'autonomia scolastica. Tale conquista giunse in porto, finalmente, nell'anno scolastico 1966/67.

Le altre notizie sono storia recente, che stiamo vivendo giorno per giorno. Ancora una volta, per effetto della riduzione delle spese sul bilancio scolastico dello stato e secondo un cosiddetto "piano di razionalizzazione" elaborato dal Ministero della P.I., la nostra Scuola e' rimasta vittima delle disposizioni di legge ed ha perduto l'autonomia. Così è diventata prima sezione staccata del Liceo-Ginnasio "O. Fascitelli" di Isernia. Poi, con disposizioni ministeriali recenti, dal corrente anno scolastico (1997/98), entrambe le Scuole, la nostra ed il Fascitelli, sono state aggregate all'Istituto Magistrale di Isernia, con un'unica presidenza, essendo quella la scuola con la maggiore popolazione scolastica.

(da aggiornare)

n.d.r. La scuola citata è oggi - Istituto Comprensivo Statale "G.A. Colozza" - comprendente Scuola materna, Primaria, Secondaria e Liceo-ginnasio. (Unica in Italia).